ANZIANI E DRAMMATERAPIA UN BINOMIO PROFIQUO -


Nel film "Quarto potere" l'editore del giornale per anziani, Mr. Bernstein, sostiene che la vecchiaia è una malattia per la quale non ci sarà mai una cura.

Come il "Re Lear" di Shakespeare, l'anziano non è forte come lo era da giovane ed è messo a confronto con determinate inevitabili difficoltà, tipo: invalidità fisiche, come la perdita dell'udito, della vista, del movimento, del movimento e altro.

In situazioni cliniche, il drammaterapeuta lavorando con anziani gravemente inabili e disorientati, mira ad entrare in comunicazione con l'individuo o il gruppo tramite semplici contatti ed esercizi motori. Egli può creare armonizzare un movimento abbinato alla musica quindi stimolare l'anziano, costretto all'immobilità a muoversi secondo il tempo della musica.

David Johnson (1985) lavorò principalmente con tecniche psicodrammatiche e recitative e in questa sua sperimentazione, notò che il terapeuta era in grado di esplorare contenuti emozionali più profondi. Per fare un esempio (R.J.Landy) un esercizio iniziale che consisteva nel mimare i movimenti dell'arrampicarsi su una corda, condusse un gruppo di anziani ad immaginare, invece di una corda il gambo di una pianta di fagiolo. Nel dialogo con il terapeuta, il gruppo decise che stava arrampicandosi fino in paradiso per andare a visitare i loro genitori.  Il terapeuta posizionò simbolicamente i genitori al centro dei propri pensieri e sentimenti. Durante l'esercizio furono evidenti vari gradi di distanziamento. A volte, per aiutare le persone troppo distanti a partecipare, Johnson assunse il ruolo del genitore. Facendo ciò divenne oggetto di transfert. In  molti aspetti dice Johnson, il terapeuta ricorda il genitore, in quanto è un "protettore fidato", che guida le persone più dipendenti in un'esperienza di crescita.

Come si può notare, anche per gli anziani la drammatizzazione è profondamente terapeutica, perchè stimola la persona a rivisitare la propria vita, per rielaborare alcuni sensi di colpa e confusioni causate da circostanze e da scelte persovali e per affrontare la morte con dignità e saggezza.